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Quando parliamo di Piramidi Olfattive, usiamo termini come, composizione, note, accordi. 

Tutte queste espressioni che vengono usate nella struttura di un profumo, hanno una corrispondenza con la musica, la massima manifestazione del suono. Possiamo dire che le essenze e le melodie sono simili fra loro. 

Il primo ad usare l’immagine della Piramide Olfattiva fu un profumiere francese nel 1889, Aimè Guerlain, figlio di Pierre Francois Pascal Guerlain, che fondò la casa nel 1828, e fratello di Gabriel. 

Aimè creò “Jicky” una fragranza particolare e innovativa. Per descrivere il suo profumo  e dare l’immagine della volatilità delle note che lo compongono, creò appunto la Piramide Olfattiva.  

In una fase successiva, parleremo del perché Aimè Guerlain avesse dato il nome di Jicki  a questa essenza    

Da allora i profumi, per esprimere al meglio le loro note di composizione, vengono testati in piramidi olfattive, che a loro volta sono divise in tre sezioni, e le rispettive note vengono classificate in questo modo: note di testa, note di cuore e note di fondo. 

Le note di testa sono le più fuggenti del profumo, sono la prima percezione, quindi la parte più volatile che si dissolve nel nulla in breve tempo (generalmente hanno una durata di 5 minuti). Abitualmente sono date dagli agrumi, da foglie, fiori, frutti e da essenze che tendono al marino. 

Le note di cuore sono quelle che danno personalità al profumo, sono note calde, le percepiamo quando si dissolvono quelle di testa, hanno una durata dalle due alle otto ore, e comprendono una  infinità di note e di essenze differenti. 

Le note di fondo sono quelle che persistono maggiormente, alle volte permangono anche qualche  giorno e si fissano in modo particolare anche sui nostri indumenti. Di solito si tratta di note legnose  come il sandalo, il patchouli e dolci come i muschi, la vaniglia e l’ambra.  

Possiamo quindi affermare che, dopo questa descrizione della Piramide olfattiva, per capire la trasformazione del profumo che andremo ad acquistare, occorrono calma e tempo, affinché questo nostro amico “della pelle” possa farsi conoscere e andare d’accordo con noi.  

Cinzia B.    

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